Studi di shelf-life - Biotech Service | consulenza ed analisi chimiche e microbiologiche

Vai ai contenuti
Studi di shelf-life
La traduzione letterale del termine shelf-life è “vita a scaffale”, ma il significato della parola è “durata a scaffale”, “durata di conservazione” - o periodo - o ancora “vita utile”.

Si utilizza per indicare la vita commerciale del prodotto, ossia il periodo di tempo - tra la produzione e il consumo - in cui non si presentano rischi per la salute del consumatore.

Il produttore ha la responsabilità di stabilire la durata della shelf-life, effettuando prove di laboratorio ad hoc, attraverso analisi di tipo microbiologici, chimici e fisici, che permettano di capire dopo quanto tempo un alimento non è più commercializzabile.

A seconda del tipo di alimento, quindi, vengono considerati elementi specifici, per verificare le sue variazioni nel tempo e capire quando tale alimento supera le condizioni di accettabilità alimentare. Test specifici vengono svolti anche prendendo in considerazione la tipologia di packaging, le condizioni di trasporto e di conservazione.

Una volta svolte le prove di laboratorio, sarà possibile individuare la durata della shelf-life degli alimenti, che andrà indicata obbligatoriamente sull'etichetta.

Nella maggior parte dei casi si effettuano le seguenti tipologie di prove:
  • Analisi microbiologiche di laboratorio
      • Per valutare la presenza e la quantità di microrganismi patogeni nell’alimento

  • Parametri chimico-fisici
      • Per valutare l’attività dell’acqua o il pH.

  • Prove sensoriali o test organolettici
      • Per verificare sapore, odore, colore e aspetto dell’alimento.


A queste spesso si aggiungono gli stress test sul prodotto, per simulare condizioni non ottimali a cui il prodotto potrebbe essere sottoposto - come problemi di trasporto o stoccaggio - e sulla confezione, per controllarne la tenuta.

Calcolare la shelf-life è fondamentale per poi indicare la scadenza dei prodotti alimentari, obbligatoria per tutti quelli preconfezionati o preimballati.

Secondo quanto previsto dal Regolamento (UE) 1169/2011, le etichette degli alimenti devono per forza riportare una data di scadenza oppure un termine minimo di conservazione (TMC). Nello specifico, si tratta di:

  • Data di scadenza (da consumarsi entro il...):
    • Limite tassativo, impiegato soprattutto per gli alimenti freschi e deperibili rapidamente, oltre il quale non è più sicuro consumare quel prodotto-  Art. 9 D.Leg. 181 del 2003.

  • Termine minimo di conservazione TMC (da consumarsi preferibilmente entro il...):
    • Dicitura usata per gli alimenti stabili, indica che oltre quella data può esserci un decadimento delle qualità organolettiche, ma il prodotto può ancora essere consumato senza rischi. Dopo tale data, però, è meglio consumarlo il prima possibile -  Art. 8 D.Lgs. 181 del 2003.


Garantire la corretta shelf-life dei prodotti alimentari è fondamentale per evitare inutili contestazioni, reclami da parte dei clienti e per valorizzare al massimo i propri prodotti. La sicurezza alimentare deve essere sempre garantita durante il periodo di conservazione come anche la qualità e la genuinità dei prodotti. In questo modo è possibile non solo garantire la sicurezza per i consumatori ma ottenere il massimo dell’apprezzamento da parte degli stessi.

379 224 2736
info@biotechservice.net

    


Biotech Service S.r.l | P.iva 02745710745 | Iscritta al registro delle imprese della camera di commercio di Brindisi
Torna ai contenuti